Marialuisa Pappalardo – Direttrice del-l’Istituto Italiano di Cultura di Madrid

Marialuisa Pappalardo - Directora del Instituto Italiano de Cultura de Madrid. Foto Berta Delgado. YANMAG

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«All´Istituto Italiano di Cultura di Madrid raccontiamo l’Italia attraverso l’arte, la musica, il teatro, la letteratura, con creatività»

Marialuisa Pappalardo è direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Madrid. La sua formazione in scienze politiche, così come il diploma in pianoforte e accompagnamento musicale, le hanno permesso di conoscere a fondo il mondo della cultura e della diplomazia.

Con un’ampia esperienza in ambito internazionale, è arrivata alla direzione dell’Istituto Italiano di Cultura di Madrid nel momento più difficile della pandemia e, fin da subito, il suo obiettivo è stato quello di dare continuità all’attività culturale dell’istituzione. Proposito che si è pienamente compiuto, allora come oggi, grazie ad un programma ricco di eventi.

Marialuisa Pappalardo ci invita ad affacciarci alla finestra dell’Italia su Madrid attraverso l’arte, il cinema, la musica, i corsi di lingua e moltissimi altri aspetti di un paese che non smette mai di stupirci.

– Sei laureata in Scienze Politiche a La Sapienza di Roma e sei anche diplomata in pianoforte e accompagnamento musicale, nonché studentessa di composizione. Come è nato il tuo interesse per le relazioni internazionali e la musica e quali erano i tuoi obiettivi professionali quando hai iniziato a studiare?

La musica è parte di me da sempre. Ricordo che quando ero piccola non smettevo di canticchiare melodie da me inventate; avevo un pianoforte verticale a casa e gli passavo accanto prima con circospezione, poi con sempre maggiore curiosità. Ho imparato a leggere gli spartiti da sola e all’età di 10 anni è arrivato lo studio – da subito serio – del pianoforte e da allora…non ci siamo mai lasciati. Adoro suonare; mi piace l’adrenalina e la grande emozione che si prova suonando davanti al pubblico; mi dà soddisfazione sapere di essere riuscita, con la musica, a trasmettere emozioni.

All’età di 18 anni, mi sono diplomata in pianoforte e ho terminato la scuola superiore. Oltre la musica, sempre al primo posto, mi piaceva studiare e soprattutto imparare; adoravo scrivere, leggere, mi appassionavano la storia e la letteratura. Forse perché sono cresciuta con un padre che per lavoro partiva molto spesso per paesi lontani, tornando con mille storie da raccontare e oggetti sconosciuti, ho sempre avuto una fortissima attrazione per l’estero e per lo studio delle lingue.

Terminata la scuola e il pianoforte, ho quindi dovuto scegliere: se puntare tutto sulla musica o se lasciare spazio anche a quell’altra parte di me, che voleva conoscere e confrontarsi con il mondo. Mi sono iscritta a scienze politiche con indirizzo internazionale, perché mi avrebbe dato una preparazione ampia – economica, giuridica, storica – e perché volevo conoscere e capire di più sulla dimensione internazionale che fa parte delle nostre vite. Ma, allo stesso tempo, ho continuato a studiare la musica e a fare concerti; non avevo una meta precisa, avevo voglia di studiare e conoscere; mi godevo di più il cammino che l’idea di avvicinarmi alla destinazione. E il pensiero di una tappa finale, mi ha sempre terrorizzato; in effetti, sono una persona che si sente – e deve essere – in continuo divenire, nel bene e nel male.

«ho quindi dovuto scegliere: se puntare tutto sulla musica o se lasciare spazio anche a quell’altra parte di me, che voleva conoscere e confrontarsi con il mondo»

Marialuisa Pappalardo - Directora del Instituto Italiano de Cultura de Madrid. Foto Berta Delgado. YANMAG

«sono una persona che si sente – e deve essere – in continuo divenire»

– Che significa la musica per te e in che modo è presente nella tua vita?

Oggi, la musica continua ad essere il mio rifugio, l’espressione più profonda della mia personalità; è l’elemento che mi dà equilibrio…senza la musica sarei sicuramente una persona peggiore. Madrid è stata anche l’occasione per avvicinarmi allo studio di un altro strumento, il sassofono, ma il pianoforte è sempre il protagonista.

La musica è la lente attraverso cui vedo le cose: mi ha dato disciplina e rigore, serietà e soprattutto perseveranza nell’affrontare le cose, e organizzazione, tutte qualità che ritengo indispensabili anche nel mio lavoro. Mi dà stimoli e immaginazione, e una buona dose di caos creativo che, inevitabilmente, mi rendono ciò che sono.

«la musica continua ad essere il mio rifugio, l’espressione più profonda della mia personalità»

Marialuisa Pappalardo - Directora del Instituto Italiano de Cultura de Madrid. Foto Berta Delgado. YANMAG

«La musica è la lente attraverso cui vedo le cose: mi ha dato disciplina e rigore, serietà e soprattutto perseveranza nell’affrontare le cose»

– Hai lavorato presso l’Istituto per il Commercio Estero del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale con diverse funzioni a Mumbai, Buenos Aires e San Francisco: come è stato questo periodo e cosa ti ha dato questa esperienza internazionale?

Ogni esperienza lavorativa che ho svolto è stata una grandissima opportunità di crescita professionale e soprattutto umana. Se potessi tornare indietro, rifarei tutto da capo perché per ogni tappa, ho imparato qualcosa.

Vivere in un paese diverso, trasferirsi in una nuova città ti dà anche la possibilità di ricominciare da capo, di rinascere ed essere diverso. In realtà, si scoprono e si mettono in campo doti e risorse che magari non pensavamo nemmeno di avere. Penso che tutti i viaggi siano stati indispensabili per la Marialuisa di oggi; certo, le difficoltà ci sono e non sono poche, ma si tratta di una bellissima avventura e, alla resa dei conti, l’ago della bilancia ti porta a pensare: quale sarà la prossima tappa?

«Se potessi tornare indietro, rifarei tutto da capo perché per ogni tappa, ho imparato qualcosa»

Marialuisa Pappalardo - Directora del Instituto Italiano de Cultura de Madrid. Foto Berta Delgado. YANMAG

«si scoprono e si mettono in campo doti e risorse che magari non pensavamo nemmeno di avere»

– Come è stato il tuo arrivo a Madrid e come ti sente in questa città? Come è il rapporto e l’interesse reciproco tra italiani e spagnoli?

Sono arrivata a Madrid a fine agosto 2020, era finito il confinamento ma erano ancora in vigore le misure di limitazione della capienza della sale e l’uso delle mascherine. Nonostante questo, ho subito percepito una città molto vitale e con un grande fermento culturale. Quando ero ancora in Italia, per me era stato importante mandare un messaggio forte, per affermare che la cultura non si doveva fermare, per tante ragioni: per sostenere gli artisti, ma anche per dare speranza a noi fruitori di cultura. E arrivata a Madrid, ho percepito da subito la stessa voglia di fare, di non fermarsi, di reagire al difficilissimo momento che stavamo attraversando.

A Madrid mi sono sentita sempre e mi continuo a sentire a casa. Percepisco la relazione tra italiani e spagnoli come basata sul rispetto, la curiosità reciproca e un comune sentire che discende da una storia comune, un mare che ci unisce, una stessa “luce”, che rendono davvero facile parlare e realizzare progetti insieme.

«per me era stato importante mandare un messaggio forte, per affermare che la cultura non si doveva fermare»

Marialuisa Pappalardo - Directora del Instituto Italiano de Cultura de Madrid. Foto Berta Delgado. YANMAG

«Percepisco la relazione tra italiani e spagnoli come basata sul rispetto, la curiosità reciproca e un comune sentire che discende da una storia comune, un mare che ci unisce, una stessa “luce”»

Dal 2020 dirigi l’Instituto Italiano di Cultura di Madrid. Qual è stata la sfida professionale e cosa significa lavorare nella diplomazia culturale?

Questa di Madrid è la mia prima esperienza alla direzione di un Istituto Italiano di Cultura. Sin dall’inizio, ho sentito la grande responsabilità di essere alla guida di un’istituzione così prestigiosa e mi sono posta l’obiettivo di portarla ancora più in alto, Mi sono avvicinata con curiosità, per conoscere e capire il contesto in cui avrei lavorato, entusiasmo e tanta passione per mettere a fuoco quale sarebbe potuto essere il mio progetto da realizzare in quattro anni, il mio valore aggiunto; ovviamente, a questo si devono aggiungere le competenze necessarie per la direzione artistica, per la gestione amministrativa e soprattutto, per la relazione con il personale, che è la vera anima dell’Istituto.

Da giovane concertista, ho suonato spesso negli IIC all’estero e ho provato una grandissima attrazione per il mondo della diplomazia culturale; volevo in qualche modo restituire quello che avevo ricevuto da giovanissima, ovvero avere un palcoscenico internazionale, rappresentando allo stesso tempo il mio Paese. Il lavoro di diplomazia culturale è entusiasmante e sempre stimolante: attraverso la cultura si riducono le distanze costruendo ponti impensabili, disegnando luoghi metafisici di incontro e co-creazione. Il nostro è un lavoro bellissimo perché raccontiamo l’Italia attraverso l’arte, la musica, il teatro, la letteratura, con creatività; le sfide sono tante, ma le soddisfazioni sono sempre di più.

«Il nostro è un lavoro bellissimo perché raccontiamo l’Italia attraverso l’arte, la musica, il teatro, la letteratura, con creatività»

Marialuisa Pappalardo - Directora del Instituto Italiano de Cultura de Madrid. Foto Berta Delgado. YANMAG

«le sfide sono tante, ma le soddisfazioni sono sempre di più»

– Per quelli che non conoscono l’Istituto e non ci sono mai stati: cosa offre l’Istituto Italiano di Cultura di Madrid?

L’IIC di Madrid si trova in un bellissimo palazzo storico del XVII secolo (conosciuto come Palacio de Abrantes), sulla Calle Mayor, in pieno centro storico, a pochi passi dalla cattedrale de la Almudena e dal Palazzo Reale. Proponiamo una programmazione culturale molto vivace, con eventi di qualità, con mostre e iniziative in tutte le discipline artistiche – musica, teatro, danza, letteratura etc., e per un pubblico di tutte le età.

L’italiano è la lingua della musica, dell’arte e della gastronomia…organizziamo corsi di italiano per tutti i livelli, con qualificatissimi professori; dal 2023 abbiamo anche avviato divertenti corsi di cucina in lingua italiana con la Federazione Italiana Cuochi in Spagna: si parla con lo chef che spiega le ricette, e si mangia insieme nella splendida cucina dell’IIC.

Sin dall’inizio del mio mandato, ho intravisto in tutti i meravigliosi spazi del Palacio de Abrantes un potenziale luogo per accogliere progetti culturali. E l’Istituto è questo: un centro culturale vivacissimo, un luogo da scoprire e vivere attraverso la cultura, per incontrarsi, per imparare cose nuove, per avere nuovi spunti e stimoli. Abbiamo una biblioteca accogliente per leggere e consultare libri in italiano o studiare; le nostre sale ospitano sempre una mostra, che sia arte, fotografia, moda o altro…; proponiamo club di lettura per commentare un libro, concerti, laboratorio teatrali… E poi l’Istituto è un luogo bellissimo, con uno scalone monumentale in cui ci si imbatte in opere di rinomati artisti italiani contemporanei, con Carla Accardi, Pinuccio Sciola, e oggetti iconici di design e un “salón de actos” disegnato dallo stilista Missoni.

Invito tutti a venire a calle Mayor 86: l’Istituto di Madrid è un posto da scoprire e dove ritornare infinitesime volte per vivere la cultura.

– Come viene organizzata la programmazione dell’Istituto, tenendo conto della vasta e interessante produzione culturale italiana in tutte le discipline? Quali rapporti intrattiene l’Istituto con le altre istituzioni culturali di Madrid?

La programmazione dell’Istituto si costruisce tenendo in considerazione la varietà e la qualità delle proposte, il pubblico che si vuole coinvolgere, pensando a progetti da realizzare negli spazi dell’Istituto ma anche sul territorio. Le relazioni dell’IIC con le più prestigiose istituzioni culturali italiane sono fondamentali nella selezione, e spesso nell’elaborazione, dei progetti. I rapporti con le altre istituzioni culturali madrilene sono eccellenti: abbiamo realizzato progetti di grandissimo impatto con il Comune di Madrid, il centro Cultural Conde Duque, con Veranos de la Villa, con il Teatro del Canal, la Galleria delle Collezioni Reali…Sono convinta che solo insieme è possibile immaginare e rendere possibili progetti di grande impatto, che valorizzano e danno grande visibilità all’offerta culturale italiana e allo stesso tempo offrono un prodotto culturale di altissimo livello per la città.

– Uno dei principali eventi dell’Istituto è l’organizzazione del Festival del Cinema Italiano di Madrid. Quanto è importante il cinema per gli italiani?

Grazie al cinema l’Italia, a partire dal dopoguerra, è entrata con successo nell’immaginario di tutto il mondo. Pensiamo ad esempio al cinema neorealista, ai capolavori di Rossellini e De Sica; e poi Fellini, che ha reso internazionale ed eterna La dolce vita, ai tanti premi Oscar. Il cinema internazionale ha poi portato la moda italiana, lo stile italiano in tutto il mondo. Quindi il binomio Italia – cinema è davvero sinonimo di successo.

Credo che oggi sia davvero importante valorizzare il cinema italiano contemporaneo, che fotografando l’Italia contemporanea, continua ad esprimere grandissima creatività e qualità. Per il pubblico, il linguaggio cinematografico e la magia delle immagini, continuano ad essere importantissimi: cambiano le modalità di fruizione, perché magari le sale hanno meno pubblico, mentre le piattaforme crescono…ma poi ci sono casi come il film C’è ancora domani di Paola Cortellesi, con un record di presenze in sala, che fanno rimettere tutto in discussione e dimostrano come il cinema italiano e la passione degli italiani per il cinema sia assolutamente viva. Alla fine, contano le storie e la qualità della narrazione, del racconto.

Nel cinema italiano, oggi possiamo contare su tantissimi grandi maestri e su voci e sguardi nuovi, talenti emergenti a cui noi, nel nostro piccolo e con il nostro festival del cinema italiano di Madrid, cerchiamo di dare lo spazio che meritano.

«Credo che oggi sia davvero importante valorizzare il cinema italiano»

«Nel cinema italiano, oggi possiamo contare su tantissimi grandi maestri e su voci e sguardi nuovi»

– Di recente avete dedicato una settimana per scoprire la cultura sarda con concerti, teatro, incontri e gastronomía. Come vengono realizzati questi tipi di eventi?

È una produzione complessa, che richiede una conoscenza di quel territorio o, visto che non si può sapere tutto, la curiosità e l’intelligenza per capire cosa si può proporre e scegliere, sempre tenendo a mente la qualità delle proposte.

Essendo la settimana sarda una manifestazione realizzata in occasione della Festa nazionale, ci siamo coordinati con l’Ambasciata d’Italia e con le altre istituzioni italiane a Madrid, per realizzare, ciascuno nel suo ambito di competenza, un programma ampio che potesse dare una panoramica quanto più completa sulla straordinaria ricchezza della Sardegna. Abbiamo fatto la nostra parte con il progetto Trame Sarde: abbiamo portato la musica, la letteratura, il teatro, i costumi storici della tradizione sarda: è stata una bellissima scoperta anche per noi e siamo stati felici di condividerla con il pubblico.

– La danza contemporanea italiana è arrivata al Museo de las Colecciones Reales. Come è nato questo progetto?

La danza contemporanea è uno dei settori su cui ho puntato molto. In collaborazione con il Ministero della Cultura, nel 2023 abbiamo avviato un programma ad hoc Tempi di danzacreaciones italianas contemporáneas, per far conoscere di più la danza contemporanea italiana in Spagna. Per il 2024, abbiamo deciso di portare il progetto delle Microdanze promosso dal nostro ministero, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, qui a Madrid. Italia Danza ha presentato 6 microdanze site specific, creazioni di 5 diversi coreografi, interpretate dalla compagnia Aterballetto, l’unico Centro coreografico nazionale italiano.

L’idea di fondo del progetto è portare la danza in luoghi non convenzionali, come i musei, gli IIC nel mondo, annullare la distanza tra interprete e spettatore, che viene sorpreso e quindi coinvolto dalla forza e dalla bellezza del movimento coreografico.

Alla Galería de las Colecciones Reales – Fotografie Matteo Rovella / IICMadrid

È un progetto bellissimo, di grandissima forza evocativa; ho proposto alla Galería de las Colecciones Reales di realizzarlo insieme, tracciando un percorso itinerante che dal Museo conducesse all’Istituto. Attraverso la danza, abbiamo costruito un ponte immaginario e simbolico che ha unito la galleria, custode del patrimonio nazionale spagnolo, e il nostro Istituto, centro di riferimento della cultura italiana qui a Madrid. Insieme al concerto dei 100 Cellos, con i Maestri Sollima e Melozzi, che abbiamo realizzato a Veranos de la Villa il 28 agosto 2023, questo è uno dei progetti di cui sono più orgogliosa, perché lo abbiamo voluto e realizzato insieme alle istituzioni spagnole, per il pubblico.

Instituto Italiano de Cultura de Madrid. Fotografias Matteo Rovella - IICMadrid
100 Cellos – Fotografie Matteo Rovella / IICMadrid

«Attraverso la danza, abbiamo costruito un ponte immaginario e simbolico che ha unito la Galleria, custode del patrimonio nazionale spagnolo, e il nostro Istituto, centro di riferimento della cultura italiana qui a Madrid»

All´Istituto Italiano di Cultura di Madrid – Fotografie Matteo Rovella / IICMadrid

«questo è uno dei progetti di cui sono più orgogliosa, perché lo abbiamo voluto e realizzato insieme alle istituzioni spagnole, per il pubblico»

– Quali progetti ed eventi dell’Istituto saranno presentati prossimamente?

Nei prossimi mesi, fino al 19 ottobre, proseguirà la mostra 85 ANNI CON ARTE, un progetto di cui sono molto orgogliosa e che ho curato in prima persona, perché mette in esposizione opere della collezione dell’Istituto, che generalmente non sono visibili al pubblico. È uno spaccato sulla storia e sull’identità dell’IIC di Madrid, che quest’anno compie 85 anni di attività e che è stato attraversato da nomi importantissimi dell’arte italiana. Anche il rapporto con il pubblico è parte fondamentale della sua identità, per questo, con 85 ANNI CON ARTE, condividiamo con il nostro pubblico il nostro patrimonio. Sempre ad ottobre, avremo la settimana della lingua italiana, e incontri dedicati all’arte contemporanea; infine, a novembre, torna l’attesissimo Festival del Cinema Italiano di Madrid, giunto alla 17ª edizione, con lungometraggi, corti e documentari italiani dell’ultimo anno, che presentiamo in anteprima sul mercato spagnolo. Non mancheranno i concerti e attività per i più piccoli, con il nostro Istituto dei Piccoli.

«il rapporto con il pubblico è parte fondamentale della sua identità»

Marialuisa Pappalardo - Directora del Instituto Italiano de Cultura de Madrid. Foto Berta Delgado. YANMAG

«per questo, con 85 ANNI CON ARTE, condividiamo con il nostro pubblico il nostro patrimonio»

– Come è il tuo tempo libero quando non lavori?

Il tempo in cui non lavoro è molto poco, e purtroppo o per fortuna, la mia mente non smette mai di pensare e di immaginare nuovi progetti. Sicuramente questo è un aspetto su cui devo lavorare, per godermi appieno, e sicuramente meglio, il tempo che ho. Dedico il mio tempo libero alla mia famiglia, mio marito e i miei due figli, e naturalmente alla “cura di me stessa” che, chi mi conosce lo sa bene, non include sport o shopping, ma la musica in primo luogo e poi la lettura.

– Un desiderio che vorresti si avverasse

I desideri sono qualcosa di molto prezioso; vorrei regalare questo desiderio ai miei figli e, in generale, ai giovani di oggi: desiderare e sperare con determinazione sono gli strumenti che possono portare a un cambiamento e a migliorare il mondo.

Marialuisa Pappalardo - Directora del Instituto Italiano de Cultura de Madrid. Foto Berta Delgado. YANMAG

«desiderare e sperare con determinazione sono gli strumenti che possono portare a un cambiamento e a migliorare il mondo»

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Marialuisa Pappalardo

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Festival di Cinema Italiano di Madrid

Ringraziamenti di YANMAG:

Alessandra Maluorni – Ufficio di stampa dell’Istituto Italiano di Cultura di Madrid

Andrea Perissinotto e Marzia Gattegna – Collaboratori di YANMAG

Catregory

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